Slack space è un’espressione mutuata del mondo dell’informatica che definisce lo spazio residuo disponibile su un disco fisso. L’inglese Jeremy Till, scrittore e professore di architettura la utilizzò nei primi anni 2000 per rappresentare quella capacità propria dell’architettura di appropriarsi dello spazio dilatato della città contemporanea.
Sebbene Till individui lo slack space all’interno dei grandi contesti metropolitani, l’analisi della dimensione demografica e dell’evoluzione storica della città di Ferrara restituiscono la lettura di un territorio abitato per porzioni, distinte, caratterizzate ma connesse: un centro storico di matrice medievale, gli ampliamenti rinascimentali, la relazione con le infrastrutture, la città dell’800 e del primo ‘900 che satura gli spazi all’interno delle mura fino a uscirne e a configurare il paesaggio tipico della città industriale. Infine, i borghi rurali che si trasformano in frazioni e mantengono in vita il centro attraverso una rete di relazioni fisiche, percettive e culturali.

 

Questa maglia di relazioni vive, urbane ed extra-urbane e il grande cambiamento (seppur lento e silenzioso) delle dinamiche lavorative e abitative degli ultimi anni, alimenta una migrazione quotidiana e irregolare verso il centro della città, per molteplici motivi, che ha reso necessaria la creazione di spazi neutri, ibridi, aperti, capaci di accogliere e di ospitare, di dilatarsi o di contrarsi, come anche di scomparire quasi alla vista quando non in uso.


Oggi più che mai, data la necessità di lavorare sempre più attentamente sugli equilibri eco-sistemici delle città e del suolo che esse occupano, lo spazio libero è il luogo di elezione del progetto contemporaneo.

Perchè è in questa “nuova” tipologia di spazio-laboratorio che è possibile sperimentare nuovi modelli di aggregazione e di vita pubblica, di lavorare sull’inter-generazionalità e sulle opzioni diverse di condivisione di spazi per gli scopi più vari, di sintesi delle differenze, di ricondurre alla stessa matrice la questione sociale e quella ambientale, di mettere alla prova materiali e soluzioni tecniche nature-based, adottabili eventualmente anche in altre parti della città. Uno spazio che ambisce a diventare officina di biodiversità urbana.


Cos’è lo “spazio libero” nel contesto di una città media? E in cosa si differenzia dallo slack space dai grandi contesti urbani di Jeremy Till?


Cosa vuol dire città “media” in Italia o nel mondo? Possiamo mettere a confronto esempi e buone pratiche delle città medie italiane e di quelle europee?


Qual è l’importanza e il senso dello spazio libero nello spazio pubblico della città?


Che senso ha progettare o intervenire nello spazio libero?


Quali possibili intuzioni per una politica intelligente di valorizzazione di Ferrara?


A partire da queste osservazioni e dall’analisi della propria condizione, la città di Ferrara vuole offre uno spazio di discussione reale, popolare, su alcuni temi centrali per il dibattito sull’architettura contemporanea e sulla città.

 

Chief Curator

Niccolò Suraci

Comitato di direzione curatoriale

Silvano Arcamone
Luca Barello
Agnese Bertello
Clara Cucco
Fiore De Lettera
Alberto Geuna
Quirino Spinelli

Comitato scientifico

Francesco Alberti
Antonello Alici
Gastone Ave (presidente)
Agnese Bertello
Elena Granata
Harri Hautajarvi
Niccolò Suraci
Martino Tattara
Federico Zanfi
Antonello Stella
 

Assistente di direzione

Enrico Vercellino

Gruppo operativo

Caterina Di Felice
Davide Felici
Giulia La Delfa
Giuseppe Mastrangelo
Miriam Quassolo
Cristiano Tosco
Festival Spazio Libero - Progetto vincitore dell’avviso pubblico “Festival Architettura – II edizione” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.